La mia perplessità e la mia diffidenza verso il complottismo a oltranza è nota e inossidabile: in linea di massima sono teorie fatte circolare da persone, enti, gruppi in malafede. Anzi spesso sono proprio le sofisticate menti che governano l’esercito del Califfo a metterle in giro per seminare zizzania. E la partita che si è aperta a Parigi probabilmente è destinata a estendersi e a essere giocata in un campo insanguinato.
Certo è però che alcuni dettagli (la verità è spesso un insieme di dettagli) a me non tornano. E neanche ad alcune delle mie fonti esperte in intelligence che operano sul campo e non dietro le scarne scrivanie dei centri studi. Vi propongo, dunque, qualche piccola e, spero, essenziale, domanda su quel terribile mercoledì 7 gennaio di sangue che ha dato il via ad una tre giorni di morte e terrore al termine della quale per terra sono rimaste 19 persone tra giornalisti, terroristi, ostaggi, poliziotti e guardiani
1) Che cosa ci facevano sui tetti, prima dell’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, due persone in abiti civili con i giubbotti antiproiettile?
2) Come facevano a sapere i terroristi che la riunione di redazione si teneva il mercoledì alle 11,30?
3) Perché non esiste nessuna immagine, nessun filmato in cui si veda lo scontro a fuoco con Saïd e Cherif Kouachi, ufficialmente uccisi tre giorni dopo l’attentato?
4) E che dire della macchina della Polizia che fa marcia indietro permettendo così ai due killer di scappare?
5) E per quale motivo, visto che sarebbero martiri di Allah, hanno sempre agito con la faccia coperta dal mefisto, come i corpi speciali?
6) Dai filmati trasmessi dalla televisione e messi in rete anche dai principali giornali, si evince con chiarezza che gli autori della strage in redazione usino il fucile mitragliatore Ak 47 in modalità colpo singolo. È una regola d’ingaggio delle forze speciali. Lo sapevate?
7) Si è parlato molto della carta di identità trovata sull’auto. Che senso ha? Un terrorista esce di casa portandosi documenti?
Cadendo dal pero, a me viene in mente questa domanda, la numero otto: e se i due fratelli Koauchi fossero stati prelevati e uccisi precedentemente? Domande e dubbi posti da un giornalista, io, che è assolutamente convinto che il tema della Guerra dichiarata all’Occidente dal Califfo sia una realtà purtroppo vera, da combattere senza i voli pindarici della pseudocultura e del complottismo fai da te. Però le incongruenze ci sono, meritano chiarimenti e la risposta a chi si chiede: a chi gioverebbe la macchinazione? In attesa di conoscerla, in Francia sta cambiando tutto: Hollande vola nei sondaggi e Marina Le Pen arretra…
Marco Gregoretti