“La Polizia di Stato e la Polizia Locale di Milano, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di sette persone ritenute responsabili del furto di valuta straniera contenuta in buste provenienti da paesi dell’Estremo Oriente, in particolare dal Giappone”: è quanto si legge in una nota della Questura di Milano.
Le indagini, svolte dall’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea dell’aeroporto di Linate e dal Nucleo Reati Predatori della Polizia Locale, hanno smascherato il modus operandi di tre impiegati delle Poste e di quattro loro complici. All’interno del centro smistamento di Poste Italiane di Linate, stando a quanto si evince dalle riprese video, gli indagati riconoscevano abilmente la posta contenente valuta estera. Le buste venivano prima occultate, per esempio sotto i vestiti, e poi riposte negli zaini per uscire in tutta sicurezza dal luogo di lavoro senza destare sospetti. Oltre 350 mila euro: questo sarebbe il valore della valuta estera, sottratta negli anni dalla corrispondenza arrivata al centro di smistamento.
La frequenza dei furti ha reso necessaria la partecipazione di complici esterni che avevano il compito di recarsi presso le agenzie di cambio più affollate della città di Milano, come quelli della Stazione Centrale e di piazza Duomo, per confondersi i clienti. Come accertato dagli investigatori, i cambi avvenivano anche presso agenzie di altre grandi città italiane del centro nord.
L’indagine ha avuto origine da alcune segnalazioni giunte proprio dalle agenzie di cambio dell’aeroporto di Linate: erano anomale le frequenti richieste di cambio valuta giapponese e australiana compiute sempre dalla stessa persona individuata durante gli accertamenti iniziale. Si trattava di un dipendente di Poste Italiane, addetto allo smistamento dei sacchi di corrispondenza all’aeroporto.
Due uomini di 46 e 51 anni e una donna di 40, con i due complici di 46 e 55 anni, sono stati sottoposti misure cautelari dal G.I.P. con le accuse di furto pluriaggravato e riciclaggio. Altre due persone, un uomo e una donna, rispettivamente di 45 e di 40 anni, sono, invece, indagati a piede libero.
G.O.