Non è necessario essere buonisti per capire, ammettere, accettare, il concetto che chi vive per la strada, barboni, clochard, sbandati, fuori di testa, ubriaconi, drogati, stranieri catapultati in realtà sconosciute dopo viaggi nei mari della morte, è una persona che sta male. La sicurezza dei cittadini milanesi spaventati, a ragione, non può che partire da qui. Per due ragioni fondamentali: il contatto con la parte oscura on the road, quella dei pusher, delle baby gang, della mafia nigeriana, degli stupratori, è praticamente istantaneo. La seconda: transumare senza fissa dimora, senza un luogo di riferimento, senza sapere dove andare e che cosa fare, costringe noi abitanti di “serie A”, a diventare “umarel” degli escrementifici e degli orinatoi a cielo aperto. Tra le macchine parcheggiate, nei parchi bimbi, davanti al portone di casa. È così, non facciamo finta di niente. O, perlomeno, chi la strada la vive e la “gestisce” da anni, questo racconta. Per esempio, Mario Furlan, 59 anni giornalista, scrittore e, soprattutto, in questo caso, fondatore dei City Angel, l’organizzazione di volontari che tutti conosciamo per l’impegno e per il cuore che ci mettono. “È vero, le persone ci ringraziano e i senza tetto ci rispettano” esordisce Furlan parlando con Libero. Il primo dicembre, i City Angels hanno siglato un accordo con il Comune di Milano, che durerà fino al 31, per avere più occhi sul territorio, affinché sia garantita la massima tranquillità alle persone. Fino a quella data saranno sui marciapiedi dalle 12 alle 20. In effetti, dopo tanto girarsi dall’altra parte, a seguito delle continue segnalazioni allarmate da parte dei comitati di quartiere e rispondendo di fatto ai numerosi articoli del nostro giornale sul tema della sicurezza, la giunta Sala ha preso consapevolezza. E l’assessore competente, Marco Granelli, 60 anni, insieme all’ex Capo della Polizia, Franco Gabrielli, 63, ha studiato un piano dedicato che, oltre al rafforzamento della presenza in divisa della Polizia municipale nelle aree più a rischio, prevede l’impiego dei volontari guidati da Furlan. Ai City angel, che si muovono in gruppi di due o tre persone con un caposquadra, sono state assegnate due tra le zone più problematiche di Milano. Una è quella che incide su corso Concordia dove “poeticamente” si toccano le mura di un hotel super lussuoso a cinque stelle e lo scorrimano della mensa dei poveri San Francesco. L’altra si estende tra piazza Benedetto Marcello e la stazione centrale. “In Concordia, davanti alla mensa” dice Furlan a Libero “una decina di senza tetto, stranieri e particolarmente aggressivi, ha organizzato un mercatino di merce rubata. Vendono di tutto: dai vestiti agli smartphone. La gente ha paura. Abbiamo qualche timore anche noi a parlare con loro. Ci vorrebbe una presenza delle forze dell’ordine più costante”. In effetti ogni tanto la Polizia fa un blitz. Loro se ne vanno. E poi tornano. “Sono molto frequenti anche le segnalazioni di protesta” continua Furlan “che segnslsno persone che espletano i bisogni all’aperto, creando fastidio e cattivi odori. D’altronde che alternativa hanno? È urgente, a mio parere, collocare più bagni chimici in luoghi pubblici”. Si tratta di esseri umani che dormono per terra, sulle panchine, nei portoni. Sono le prime vittime della scarsa sicurezza: le risse, le aggressioni di chi sotto l’effetto dell’alcol diventa violento, gli scontri tra gruppi etnici. i furti nei dormitori.. Indiani contro Pakistani, clochard contro clochard. C’è chi per dormire ha forzato la serratura di un box a Linate “Così sono più sicuro” ha detto ai City angel. Stesso tema segnalato da un giovane di 20 anni scappato da casa dopo aver scoperto che quello che aveva sempre chiamato papà non è il suo vero genitore. “Speriamo di averlo convinto a rientrare. Abbiamo parlato con sua madre. Era per strada da una settimana. Impaurito. Spaventato. Spesso sono i genitori che sbattono fuori i figli. Generalmente per problemi di tossicodipendenza. Ma capita anche di assistere una ragazza rifiutata dalla madre e dal padre quando hanno scoperto che è lesbica. A tutti diamo il volantino appena stampato dal Comune: per sapere dove trovare un posto letto chiedete in via Sammartini 121”. Proprio in zona Stazione centrale. Poco distante dall’altro punto caldo affidato ai volontari di Furlan: piazza Benedetto Marcello. I giardinetti pubblici sono diventati il bivacco di cittadini africani. “Quando chiediamo cortesemente di andarsene perché è un posto per mamme e figli, a volte ci rispondono che non c’è nessun cartello che indichi che sia uno spazio per l’infanzia. Accogliamolo come suggerimento. E mettiamo il cartello”. In via Scarlatti, tra piazza Benedetto Marcello e la stazione centrale, la paura è a mille. Soprattutto quella al femminile. I continui scontri tra gruppi di nordafricani, cinque contro cinque, dieci contro dieci, spesso armati di coltello, spaventano chi ci vive e, in questa guerra etnica tra poveri, fanno paura anche ai senza tetto italiani. Due giorni fa gli “angeli” sono stati attirati dalle urla di un commerciante: lui gridava che un uomo lo aveva derubato. L’uomo strillava che non era vero. Un indiano e un pakistano. Il problema probabilmente non era il furto, ma l’odio etnico. “In questa porzione di città” racconta il capo dei City angel “mentre cammini ti arrivano vampate di fumo dalle canne”. Rollano a cielo aperto, in via Scarlatti, orami presidiata dallo spaccio di hashish e di marijuana. “Non abbiamo contezza che vengano smerciate altre sostanze. O, perlomeno, non ce ne siamo accorti”. Furlan, avvertendo che uno dei problemi più gravi è costituito da persone straniere con importanti problemi psichici, che diventano incontrollabili mine vaganti pericolose per sé e per gli altri, vuole chiudere la chiacchierata prenatalizia con un invito alla fratellanza tollerante: “il 24 dicembre, davanti all’hotel Gallia, a mezzogiorno, preghiera inter religiosa, concerto di Omar Pedrini e grande festa per tutti i nostri amici senza tetto”.
Marco Gregoretti