Venerdì 12 e sabato 13 maggio 2023. Non è stato semplice arrivare in quel cucuzzolo collinare, nel mezzo del Lazio. Sembrava un viaggio stregato: la macchina aveva una ruota fuori uso, a noleggio non se ne trovava una, il collega che mi aveva proposto di prestarmi la sua improvvisamente ne ha avuto bisogno per un impegno fuori Milano, urgentissimo. Restava l’opzione del treno. Fino a Roma. E poi? Neanche i ciuff ciuff locali ci arrivavano, i cosiddetti rami secchi tagliati dalle amministrazioni progressiste, così, tanto per dare una mano ai pendolari.
Vabbè, intanto arriviamo nella Capitale, poi si vedrà. Mica si può rinunciare all’esclusiva delle esclusive, all’intervista con il generale Piero Laporta, detentore del dossier che racconta la vera storia sul sequestro e sull’uccisione di Aldo Moro. E autore del libro, già best seller su Amazon, Raffiche di bugie a via Fani. Stato e Br sparano su Aldo Moro
A Roma Tiburtina la sorpresa. In tasca vibra lo smartphone. È Il mio amico Ric, esperto in criminalistica e in diritto, operatore di intelligence Nato e tante altre cose ancora. Insomma, un uomo che qualcuno potrebbe, sbagliando, definire tout court un agente segreto (io no, non semplifico: troppo semplice e riduttivo). ”Sono qui, nel piazzale della stazione. Sono venuto a prenderti. Andiamo insieme da Laporta”. Riccardo Sindoca, più volte citato nel libro del generale, è stato il mio “tramite” e il fatto che venga con me a casa sua mi tranquillizza: sicuramente l’intervista avrà un di più. Infatti chiedo a Ric se anche lui avesse voglia di dire qualche cosa davanti alla telecamera.
L’idea, è quella di realizzare un docu sulla vicenda Moro che finalmente, metta un punto dopo un numero di processi di cui ho perso il conto e infinite commissioni che non sono mai giunte a nulla, se non a clamorosi depistaggi. Certo, penso, ostacoleranno questa idea in ogni modo. Ma la sfida è da accettare: la verità prima o poi deve emergere.
L’appuntamento è per sabato mattina, in veranda. Io e Riccardo Sindoca siamo sul posto, a poche centinaia di metri, dalla sera prima. Cominciamo subito a lavorare. Prima, a cena, davanti a un piatto di interiora da leccarsi i baffi, con un personaggio straordinario, che ha vissuto al limite per difendere l’Italia, che sa una marea di cose, un’enciclopedia di misteri. È sorridente, nonostante quel che ha visto e che ha fatto in giro per il mondo, nel “teatri” più pericolosi. Soprattutto: è molto simpatico. Ma non scrivo il suo nome. Poi, io e Ric fino alle cinque e mezza di mattina, nella sua casa su quattro ruote.
Alle nove siamo al bar. Caffè, pizza bianca con la mortazza (mortadella) e maritozzo con la panna. Da Roma arriva l’operatore. Il più bravo che io conosca. Maestro con la steady cam, inviato di guerra nella ex Jugoslavia, cronista con la telecamera di raro coraggio. Anche lui semplice, curioso e consapevole. “Marco per fare questa cosa vengo a spese mie. È troppo importante. Non voglio soldi…”. Per adesso caro Gianb. Per adesso. Poi vedremo…
L’intervista comincia, in veranda. Documenta Laporta: “Moro non era in via Fani”, “Moro è stato torturato”, “La scorta è stata mandata a morire per eleminare cinque testimoni”, “Alti funzionari, prelati e alcuni giornalisti hanno depistato”, “In via Fani c’erano forze speciali del blocco di Varsavia. C’era Carlos. C’era il Gru (intelligence militare dell’Urss). Le Br forse non avevano capito di essere comparse di comodo, sacrificabili, che non sapevano manco sparare”, “Valerio Morucci (vertici BR) era un agente dei servizi segreti italiani (Sisde) che aveva pezzi in combutta con i servizi segreti dell’Unione sovietica”…
Pausa pranzo. Con una strepitosa tavola imbandita intorno alla quale ci siamo seduti per coccolare i nostri palati con un pranzo a base di sofisticate ricette pugliesi cucinate dalla signora Vittoria. Un portento di moglie.
Un’ora. E poi di nuovo al lavoro.
A spiegare perché la vicenda Moro è stato un colpo di Stato. Per ora è tutto. Il resto è nelle due ore e dieci di intervista al Generale La Porta, di cui qui vi propongo due brevi passaggi, introdotta da alcune gustose notizie che a sorpresa ha deciso di rivelare Riccardo Sindoca. E così è risultato evidente anche davanti alla telecamera il motivo per cui si parli di lui nelle pagine di “Raffiche di bugie a via Fani. Stato e Br sparano su Aldo Moro”.
Marco Gregoretti