Un mese fa hanno arrestato l’uomo che a settembre 2019, mi disse: “Quello che è in edicola è l’ultimo numero di #NuovaCronaca che fai”. Ero in autobus. Tornavo da un convegno organizzato dall’Ospedale Niguarda a cui avevo partecipato in qualità di conduttore e di moderatore. Quelle parole mi fecero tremare le gambe. Restai calmo e cominciai a elaborare rapidamente un grande dolore: Nuova Cronaca era un mio “figlio”, a mia immagine e somiglianza “professionale”. Era coraggioso, inchiestoso, aperto e anche divertente. L’oroscopo criminale, rubrica finale curata da Ezechia Ombroso, era diventato un tormentone. Nuova Cronaca voleva raccontare le ingiustizie subite dai più deboli, ma anche spiegare alcuni sorprendenti fenomeni naturali. Ci lavoravo tutta la notte e anche di giorno incastrandolo tra i gli altri miei impegni professionali giornalistici, quelli con cui campavo. Volevo dimostrare che il giornalismo serve a qualcosa. La copertina del settimo e, purtroppo, ultimo numero, era dedicata alle mille Bibbiano d’Italia e alla lobby internazionale dei pedofili. Il numero otto era già quasi pronto… Ma quella telefonata fece finire un sogno. Che non era soltanto mio.
Marco Gregoretti