Delitti e castighi. Il Dna, acido desossiribonucleico, è la parolina magica che indica, nella realtà e nella fiction, la soluzione di un caso di cronaca, di un delitto. Ma, appunto, è solo uno straordinario indizio. Il rischio è che eleggendolo a prova definitiva si tralasci, complice anche la sopravvalutazione delle moderne tecnologie, l’indagine vera, quella tradizionale fatta di appostamenti, pedinamenti, interrogatori, tranelli e astuzia degli investigatori. Per contribuire alla comprensione dei pro e dei contro di questo eccezionale strumento investigativo, che forse ha portato alla controversa soluzione, con l’arresto del muratore Massimo Bossetti, dello straziante caso di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio 2011, a Brembate di sopra (Bergamo), vi propongo un articolo che scrissi su Crime&Scienza (Mondadori/gruner + jahr) nel 2012 visitando l’Università delle indagini dei Carabinieri, a Velletri, nel Lazio
Marco Gregoretti