- Testata Panorama
- Data Pubbl. 19/03/1998
- Numero 0011
- Numero Pag. 210
- Sezione SOCIETA’
- Occhiello GRIFFE MADE IN SAN VITTORE
- Titolo QUANDO L’ ARTE ABBATTE LE SBARRE
- Autore Marco Gregoretti
- Testo
Qui San Vittore, vi scriviamo da dentro. E’ vero, ci siamo comportati male e ora lo scontiamo. Ma anche a essersi comportati male non si può fare a meno di annoiarsi senza fare niente”. Inizia così una lettera inviata all’ esterno da Shou-Jin, Antonio, Giovanni, Tonino, Michele, Mimmo, Giuseppe, Peppe, Giovanni, Sauro, Tommaso, tutti reclusi nel carcere milanese. Insieme hanno fondato una cooperativa. Si chiama Gran serraglio, “così ci visualizzate subito come bestie selvatiche dietro alle sbarre”. L’ appello, pilotato all’ esterno da Luigi Pagano, direttore sensibile e pieno di iniziativa della casa circondariale, non è caduto nel vuoto. Gherardo Frassa, polivalente designer, artigiano creativo, ha messo in campo una delle sue passioni: l’ arte “cut out”. Letteralmente: tagliato fuori. “Come noi” dicono i carcerati. In senso artistico, invece, stando alle estensioni del significato date da Depero e Matisse, “disegnare con le forbici”. Il centro di formazione Vigorelli aveva chiesto a Frassa di collaborare a un progetto di formazione di pelletteria per i carcerati. Detto fatto: i soci del Gran serraglio hanno accettato la proposta di Frassa e dell’ Aimpes (Associazione italiana manifatturieri pelli e succedanei) e hanno contattato attori, cantanti, pittori, giornalisti, sportivi, con una richiesta molto particolare: mandateci una vostra immagine, vorremmo riprodurla su una shopping bag di pelle (sacchetto generalmente di carta che riporta il marchio dei prodotti acquistati). Per ora sono 100, tutte griffate Cut out, tutte, fino al 15 marzo, in mostra al Mipel (la grande esposizione internazionale di pelletteria a Milano). “Ma saranno mille nel Duemila” anticipa Frassa. Se si esclude la piccola delusione per il diniego di Alberto Tomba, che proprio non ne vuole sapere di prestare il suo faccione da ex carabiniere ai carcerati, le risposte sono state entusiastiche. L’ ultima ad avere accettato è stata la pluricampionessa olimpica di sci Deborah Compagnoni. E poi Enzo Biagi, Jovanotti, Adriano Celentano, Luciano Pavarotti, Paolo Conte, Gianni Morandi, Dario Fo, Umberto Eco, Emilio Tadini, Gavino Sanna, per citarne solo alcuni. Anche la Gazzetta dello sport si è fatta preparare una shopping bag made in San Vittore: la distribuirà durante il Giro d’ Italia. Tv Sorrisi e canzoni pensa di utilizzarle per mettervi dentro i Telegatti. Richiedono borse in pelle Cut out con la propria griffe anche Barilla, Fiat, Piaggio, Lavazza. Persino fondazioni come il Museo Poldi Pezzoli. Secondo Frassa, “qualsiasi persona veda le opere dei carcerati resta di stucco”. Come Grazia Neri, che ha organizzato una mostra con i disegni; e come Massimo Moratti, che è anche facilitato dal tifo calcistico: i soci del Gran serraglio sono tutti interisti. Non è stato davvero difficile per loro produrre borse della squadra del cuore. Che prima o poi verranno vendute nei negozi dell’ Inter. Cut out, infatti, sarà un marchio e sarà anche lo sbocco di mestiere e di arte per molti detenuti quando usciranno da San Vittore: il progetto è quello di aprire un laboratorio fuori dalla prigione. I primi fondi potrebbero arrivare presto: tutte le borse verranno messe all’ asta.