Primo: destabilizzalo. Secondo: isolalo. Terzo: fallo fuori. Quando gli apparati, ma non solo loro, individuano un pericolo, un fastidio per la parte oscura del potere, un giornalista che “crea danni”, seguono questo manuale. Ma come? Agendo su alcune linee guida.
1) Le aule del tribunale. Denunce e querele, penali o civili, a volte entrambe
2) Il portafoglio. Ammazzandolo di cartelle esattoriali. A volte ripetendo le stesse
3) Sul lavoro. Spesso collegato al punto 3. Improvvisamente il poveretto trova tutte le porte chiuse e non sa perché. E, soprattutto, da chi
4) Introducendo elementi di tensione molto forti nella sua vita privata. Questo è il peggiore perché spesso tocca gli affetti più cari
Nella maggior parte dei casi non è necessario applicare i quattro punti. Può bastarne uno solo, nel momento che le barbe finte o affini hanno individuato il punto debole dell’ignaro e malcapitato bersaglio. Per realizzare il disegno utilizzano anche tecnologie in grado di imitare voci al telefono alla perfezione. “Ciao brutto stronzo….”, con la voce di un tuo amico o di un tuo superiore o di un tuo insospettabile collega, o di un parente. Nel 2005 mentre scrivevo il libro, Pronto chi spia? Dalla Telecom all’Archivio Z” (Selene editore) sull’allegra abitudine dei servizi segreti di intercettare tutti per conto di chiunque, venni a conoscenza dell’esistenza di un sistema adibito questo scopo. Si chiamava centrale Centauro. Consiglio: non fidarsi di nessuno e guardarsi sempre le spalle. È pieno di bastardi. Ma a volte sono stupidi
Marco Gregoretti