
“Maresciallo non ci prendi, pistole nella fendiiii”… E infatti non è stato acciuffato dai Carabinieri: le manette ai polsi gliele hanno messe gli agenti della squadra mobile di Milano agli ordini di Marco Calì, co
Pandetta è il terzo trapper che arrestano in una settimana a Milano, a conferma che il combinato disposto tra violenza metropolitana, disagio giovanile e “voglio tutto e subito”, oramai sia arrivato a livelli oltre la guardia. Imponendo modelli e riferimenti dove, come sostengono i sociologi “il disvalore la faccia da padrone”. Insomma la vita conta poco. Importante è apparire. Nel caso di Niko Pandetta si aggiunge uno step: quello dell’utilizzo dei riti e dei miti della criminalità organizzata per fare musica e spettacolo. E, magari, alla fine qualcuno ci casca. L’artista arrestato ieri è nipote di Toni Cappello, in carcere al 41 bis da quasi 30 anni, perché ritenuto appartenente alla mafia catanese. E proprio ai boss detenuti in regime di massima sicurezza, nel 2019, davanti a un locale dell’hinterland napoletano, Pandetta aveva dedicato una strofa: ”con la speranza” disse “che tutti quelli che stanno al 41 bis presto possano tornare alla libertà e alle loro famiglie. Facciamo un applauso forte!”. Ci furono levate di scudi e polemiche dure. Ingenuità? Fatto sta che durante un programma di Rai due, poco prima, era stato ancora più pesante sostenendo, in sostanza, che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino se l’erano andata a cercare. La tv di Stato, giustamente, chiese scusa. La sua fama di trapper morbido con la criminalità organizzata l’aveva preceduto ad Abbiategrasso, dove, in un pub avrebbe dovuto tenere un concerto. Si opposero sia la Presidente della commissione regionale antimafia che il sindaco della cittadina dell’hinterland milanese. Le ultime foto postate lo ritraggono “virtualmente” dietro le sbarre di una cella del carcere di Opera. Da una settimana, prima dell’arresta, stava cercando di accreditarsi in rete come un giovane uomo alla ricerca della nuova vita: “Sono cambiato, ma pagherò il mio passato finché ci sarà da pagarlo. Non fuggo più né dalla polizia né dalle mie responsabilità”. Il tema è che, in realtà, forse ha ragione chi sostiene che Baby Gang e Simba la Rua, i trapper arrestati venerdì sette ottobre, rispetto a lui siano due mammolette.
Marco Gregoretti