Arrestati gli stupratori di Cornaredo, vicino a Milano. Due fratelli e un cugino albanesi. Per dodici ore avevano violentato, picchiato e insultato un ragazza haitiana di 23 anni. Ma che bella famigliola. L’articolo che ho scritto per Libero di martedì 15 novembre 2022

L'arresto dei tre stupratori di Cornaredo. L'articolo che ho scritto per Libero di giovedì 15 novembre 2022
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Difficile raccontare restando impassibili che cosa sia stato capace di fare a una ragazza indifesa quel branco di giovani criminali. Per fortuna, su richiesta del pm Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mennella, due magistrati con una consolidata esperienza in inchieste su crimini contro le donne, sabato 12 novembre, li hanno arrestati tutti e tre. Anzi, uno di loro, Alvardo detto “Aldo”, 23 anni, ritenuto dagli inquirenti “pericoloso e totalmente inaffidabile”, si trovava già in carcere per aver ucciso con due colpi di pistola, davanti a un bar di Cornaredo, un cittadino marocchino di 45 anni che aveva minacciato e infastidito la sua ragazza. “Così impari come si trattano le donne”. Infatti… L’arresto, disposto dall’ordinanza del gip di Milano Alessandra Di Fazio, dunque, gli è stato notificato in cella. Gli altri due, suo fratello “Jack”, 23 anni, già condannato per le persecuzioni violente nei confronti della sua ex fidanzata, e suo cugino “Alfiol”, 29, invece, sono stati portati dai Carabinieri nel carcere milanese di San Vittore. Sono tutti di nazionalità albanese. L’accusa è di violenza sessuale continuata e violenza sessuale continuata di gruppo. Il racconto contenuto agli atti è l’incubo di una giovane donna haitiana di 23 anni, incontrata dai tre giovani violentatori la notte tra il tre e il quattro maggio in uno stranoto locale della oramai rischiosissima movida milanese di Corso Como, dove lavorava come ragazza immagine. I tre del branco erano lì per festeggiare insieme ad alcuni familiari il compleanno di uno loro. Con la violenza fisica e con le minacce la giovane vittima è stata stuprata ininterrottamente per tutta la notte e poi fino alle 17 del quattro maggio, quando i suoi aguzzini si sono tirati su i pantaloni e l’hanno mollata lì, sofferente in una stanza di Motel. Negli atti si parla di “ripetuti atti sessuali di vario genere” e di “giocattolo al loro servizio”. Eufemismi che indicano le spaventose sevizie ai suoi danni. I militari dell’Arma della stazione di Cornaredo e quelli della Sezione Operativa del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Corsico, hanno indagato nel più assoluto riserbo dalla mattina dopo la violenza riuscendo a ricostruire nel dettaglio il telefilm dell’orrore. La ragazza haitiana aveva trovato la forza e il coraggio di raccontare tutto agli investigatori.
Ecco i fatti. La “pierre” della discoteca era stata avvicinata da uno dei tre arrestati. “Jack”. L’atmosfera si era fatta confidenziale e allegra. Così quando le ha proposto di appartarsi per un rapporto sessuale in cambio di soldi (si parla di mille euro), lei ha accettato. Va ribadito e ribadito ancora: non lo faceva abitualmente. Sono gli stessi Carabinieri a confermarlo: “Non si prostituiva”. La proposta iniziale era quella di un incontro da consumare in un ambiente lussuoso. “Andiamo in quell’albergo in centro a Milano (un iper stellato)”. Invece l’ha portata nella camera 31 di in un motel di Cornaredo, con il branco ad abusare di lei: alle prime ore del mattino, infatti, erano entrati in stanza anche il fratello e il cugino. Ed eccolo il dettaglio di quegli “atti sessuali di vario genere”. Ripetutamente violentata a turno “con rapporti forzati anche anali…”. E tra un turno e l’altro botte, schiaffi in faccia, morsi sul collo, sulle braccia, insulti e minacce. “Fino a toglierle il respiro” si legge nell’ordinanza. “Vi prego basta!” li aveva supplicati più volte la ragazza. “stai zitta” e già sberle e insulti. Visti i soggetti, se avesse provato a reagire, chissà come sarebbe finita. Gli aggettivi disponibili non sono sufficienti a commentare e a descrivere le modalità di gente senza scrupoli e senza alcuna forma di autocensura e di pentimento. Per dirne una: non contenti delle sofferenze inflitte a una persona indifesa e in stato di soggezione, spaventata, terrorizzata, avrebbero perfino girato i video dell’”impresa” e scattato alcune fotografie. Il narcisismo dei vigliacchi è l’immagine del male. Per favore, nessun cavillo. E innalziamo un monumento alla donna che non ci ha pensato due volte: è andata in caserma. E li ha fatti arrestare.
Marco Gregoretti