Benvenuti a Milano, detta anche Multopoli. Ne prendi una e ne paghi due. L’articolo che ho scritto per Libero di sabato 25 marzo 2023 (Video)

Multopoli. L'articolo che ho scritto per Libero di giovedì 25 marzo 2023
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A proposito della Milano accogliente (“accogliona” potrebbe scrivere qualche leone da tastiera scioccarello), sentite questa.
Come quasi tutti i giorni della settimana, anche il 28 gennaio dell’anno in corso, l’ultimo treno ad alta velocità da Roma, è arrivato alla Stazione centrale intorno a mezzanotte. La giornata era stata dura nel pendolarismo professionale tra le due capitali d’Italia. Quindi, per evitare problemi relazionali da strada, meglio farsi venire a prendere, dalla compagna convivente (se scrivo moglie i fan e le fan di Elly Schlein, anzi, le fan e i fan, si innervosiscono), con figlio e cane al seguito. Un sollievo catartico, credetemi, scoprire che si potrà godere di un comodo accompagnamento fino a casa, seduto comodamente nel posto passeggero. In alternativa alla linea 60 notturna. Auto, intestata a me, parcheggiata a vista. Sorrisi, baci, abbracci e cagnone in festa. La prossima volta, però, vado a casa a piedi. Perché pochi giorni dopo si è presentato il karma vestito da postino e mi ha consegnato i verbali di due multe prese in cinque minuti, per la stessa infrazione, a pochi metri di distanza. La prima in piazza Duca D’Aosta, in corrispondenza della Stazione Centrale Galleria Ovest. La seconda in piazza IV Novembre, all’altezza del palo della luce 5871. Tiè! A te e alla tua comodità. “Circolava nella corsia riservata ai mezzi pubblici benché agli accessi fossero esposti segnali indicanti il divieto”. Articolo 7, comma 14, D, Lgs. 30/04/1992 n. 285. Cartelli? Divieti? Eh! Beato chi riesce a vederli. Mica è così masochista la mia “compagna convivente”, da andarsela a cercare. Che poi, voglio dire, a quell’ora della tarda non sarebbe stato un problema trovare posteggio. Comunque 69,46 per due, cioè 138, 92 euro. Che, nel giro di cinque giorni dalla notifica, diventano il doppio di 94,36, ovvero 188,72. Ho fatto pure un filmatino di 19 secondi. Dopo averlo pubblicato su Youtube, l’ho girato via whatsapp a una delle addette stampa del Comune di Milano. Sventolo i due verbali e chiedo se è normale che accada. Non ho ricevuto, ma lo immaginavo, alcuna risposta. D’altronde che cosa avrebbe potuto dirmi? La legge è la legge! E Milano è per la legalità, diamine! Però, scusate, almeno per capire… Così, dopo aver composto il numero telefonico utile 020202, ho digitato “3” per parlare con la Polizia locale. Addetta gentilissima e, di più, partecipe e consapevole. È andata al computer per verificare con il mio nome e con il numero dei due verbali. “Le multe sono regolari. Le telecamere hanno ripreso la sua vettura… “ ha commentato. “Scusi, ma è proprio la norma questa?”. “Guardi” ha aggiunto sinceramente mortificata la mia interlocutrice telefonica : ”Alla stazione è un disastro. Facciamo multe a pioggia per via di quel divieto…” E io: “Che chi riesce a scorgere è una lince”. “Già. Purtroppo la segnaletica non dipende da noi”. Galeotto il divieto, dunque. Però verrebbe quasi quasi da dare ragione a chi sostiene che l’amministrazione comunale milanese voglia solo spremere i cittadini per fare cassa. “Può predisporre il ricorso” ha concluso la disponibile agente preposta a parlare con il pubblico “Ma le conviene? Magari lo perde e ha speso un sacco di soldi”. Sicuramente più delle sanzioni. E questo puzza di astuzia.
Marco Gregoretti