L’ipotesi più attendibile è quella dell’atto vandalico. Ci vorrà, comunque, un po’ di tempo per accertare in modo definitivo le cause dell’incendio divampato ieri mattina, giovedì 24 novembre, all’istituto scolastico Itis Galileo Galilei, un via Paravia a Milano. “Il seminterrato, uno dei punti, da cui sono partite le fiamme” dicono in Questura “non era facilmente agibile. Per di più in quella zona i locali si erano riempiti di fumo”. A quanto risulta a Libero, comunque, sono stati gli stessi Vigili del Fuoco, intervenuti con quattro camion per spegnere l’incendio, dopo una telefonata al 112, a ipotizzare per primi, parlando con gli agenti della Polizia di Stato, che l’origine non è accidentale.
Nel corso della mattinata, due livelli del plesso scolastico, il sotterraneo e il terzo piano, sono andati a fuoco, provocando anche una intensa nube di fumo nero, soprattutto nella parte bassa della scuola. L’evacuazione dei circa 1500 studenti presenti non è stata semplice, ma si è svolta senza incidenti: soltanto una ragazza è rimasta leggermente contusa al ginocchio cadendo mentre i vigili del fuoco guidavano la scolaresca fuori dalle aule. Fortunatamente, nonostante il fumo nero, nessun intossicato. Mentre la studentessa è stata trasportata all’ospedale Gaetano Pini, in codice verde. Per quel che riguarda le conseguenze sulla struttura, dai primi rilievi risulterebbero danneggiati i quadri elettrici nei corridoi.
Il Galileo Galilei è ritenuta una scuola d’eccellenza, nata nel 1938 per occuparsi di ottica. Ed è molto vivace e attenta anche nelle politiche di collaborazione con il territorio. Nell’ottobre 2020 è stata tra le prime a mettere in campo un piano per l’avvio del nuovo anno scolastico, dopo i mesi di didattica a distanza, con lezioni anche in presenza. Nel corso dei decenni ha sviluppato la realizzazione dei laboratori per la parte pratica del programma di studio e si sono aggiunte altre branche di insegnamento: saldature, meccanica e quadri elettrici. Inizialmente proprio ai quadri elettrici si era attribuita la responsabilità di un cortocircuito come causa dell’incendio. Ma i pompieri hanno capito in fretta che, in realtà si sarebbe trattato di un gesto stupido e idiota di qualcuno che, chissà per quale motivo, avrebbe prima dato fuoco ad alcuni manicotti di plastica al terzo piano, poi, durante l’intervallo, avrebbe fatto la stessa operazione nei sotterranei. Se le cose fossero davvero andate così, sono consapevoli questo o questi eventuali dementi che poteva finire molto peggio? Viene in mente un parallelo con quel che successe il 19 ottobre 2004 al liceo classico Parini, quando un gruppo di alunni, rampolli della Milano bene, usò l’acqua per mettere fuori uso le aule e i corridoi, lasciando deliberatamente aperti i rubinetti dei bagni. E portando a casa la certezza di non fare il compito in lasse la mattina successiva. Dopo tre giorni i colpevoli confessarono. Se la cavarono con un buffetto, ma i danni furono ingenti. Un video che gira in rete mostra gli studenti del Galileo Galilei, impegnati a spegnere le fiamme con gli estintori in dotazione dell’istituto. Un gesto eroico o un’excusatio non petita?
Nella giornata di ieri, mentre un’alunna postava nel proprio account di Instagram le foto di quell’esperienza imprevista, sono stati interrogati molti studenti. Tra di loro si ipotizza che ci possa essere qualcuno che potrebbe sapere chi, come, dove, quando e perché ha deciso di dare fuoco alla scuola. Fortunatamente senza riuscirci fino in fondo. Anche per la prontezza di chi ha dato l’allarme. Raggiunta telefonicamente da Libero, nel pomeriggio di ieri, la segreteria dell’istituto, ha assicurato che la situazione è tornata alla normalità. Precisando che “Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) le lezioni riprenderanno regolarmente”. Anna Maria Borando, la Dirigente scolastica del Galileo, presente nel suo ufficio, a scuola, fino alle ore serali, invece non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione. Domani al Galileo Galilei lezioni di educazione civica e prove di evacuazione?
Marco Gregoretti