Accende il sigaro. E fa: “È da 11 anni che i cittadini milanesi hanno paura a uscire di casa la sera. E non solo la sera, oramai. Ma i miei detrattori, con le opposizioni in testa, preferiscono strumentalizzare un atto d’amore nei confronti di un defunto, che è quanto di più lontano ci sia dall’ideologia fascista. O addirittura il fatto che io, al funerale di mio cognato, uomo mite e per nulla estremista, stessi invitando tutti ad abbassare il braccio. Siamo seri, su!. Volete la mia verità? Eccola: a Milano l’emergenza è la sicurezza dei cittadini. E, comunque, ho appena mandato una lettera aperta ai colleghi di Giunta, del Consiglio e al Presidente Attilio Fontana”.
Affermazioni decisamente forti. Ma Romano La Russa, Fratelli d’Italia nel dna, neo assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, in carica dal 30 agosto, da quando Riccardo De Corato ha lasciato per candidarsi alle elezioni politiche di domenica 25 settembre, ne è convinto. Nella Regione in cui la ex capitale morale d’Italia è ostaggio di 13 baby gang, una per quartiere, di cittadini fuori di testa che danno l’assalto ai Pronto soccorso menando medici, infermieri e infermiere, delle bande dei Rolex, dove le stazioni ferroviarie e i treni regalano incubi ai passeggeri e al personale e 3600 case popolari sono occupate abusivamente, la sicurezza è in cima all’agenda della cittadinanza, ma non in quella degli amministratori della città. “È la questione numero uno per i milanesi. E lo è in modo trasversale, socialmente e politicamente. In assessorato siamo subissati di telefonate”, dice La Russa a Libero. In questa intervista spiega da che cosa dipenda e come bisognerebbe affrontare il drammatico cortocircuito di violenza, di rapine, di furti, di stupri in strada, nel centro e perfino in un autobus di linea, di aggressioni continue.
Domanda Che cosa segnalano i cittadini che telefonano?
Risposta Di tutto. Che è un terno al lotto persino andare alla stazione Centrale a prendere il treno. Il degrado è in ogni zona. Mercoledì mattina abbiamo ripulito un giardinetto in centro, totalmente abbandonato dalla amministrazione civica. Un paio di giorni fa in corso Buenos Aires hanno aggredito un taxista. Suonava perché la cosiddetta Critical mass bloccava il traffico in pieno giorno. Lo hanno tirato giù dalla macchina e picchiato…
D. Davvero? È sicuro?
R. Ci sono i filmati. È la triste realtà.
D. Intanto la mail continua a ricevere messaggi da Polizia e Carabinieri: due arresti per scippo alla stazione centrale, giovane pusher con il reddito di cittadinanza aveva 13mila euro in contanti in tasca, 4 giovani arrestati per aggressioni in discoteca, altri 4 per furti di orologi preziosi, extracomunitario arrestato mentre si masturbava davanti a una ragazza di 17 anni… Assessore, vede questi messaggi? Sono arrivati nel giro di due ore. Perché?
R. Beh, se alla sinistra nomini la parola sicurezza viene l’orticaria. Quindi è dall’elezione di Pisapia che i cittadini milanesi sono senza protezione. Alla giunta in carica la divisa e l’ordine danno il vomito: hanno tolto i militari dalla strade. Anche il secondo mandato del sindaco Giuseppe Sala è caratterizzato dalla negazione ipocrita di questo problema, nonostante l’impegno improbo e costante delle Forze dell’ordine che operano sulla strada, a proprio rischio e pericolo, prendendo botte e coltellate, per poi vedere i risultati del loro lavoro quasi vanificato: dopo tre giorni spacciatori, scippatori, aggressori, stupratori, sono fuori
D. Governo della città, dunque, immobile sulla sicurezza. Come mai, secondo lei?
R. Perché siamo al terzo mandato del Leoncavallo. La Giunta è succube degli ambientalisti estremi e dei centri sociali. Governano i “gretini”
D. Che cosa intende?
R. Che Sala ha preso i voti dai centri sociali e che sono loro, per esempio, ad avere in mano il racket delle occupazioni abusive. L’approccio è totalmente ideologico. Ne ho parlato con il Prefetto. Mi ha assicurato che ci saranno più sgombri. Ma vedrà la sollevazione a titoli cubitali della sinistra! “Giù le mani dagli occupanti abusivi!” Solo che i milanesi sono stufi di vedere due pesi e due misure. Se il delinquente è un immigrato di seconda o di terza generazione oppure non ancora regolarizzato, bisogna chiudere un occhio. La sinistra si gira dell’altra parte.
D. Che cosa fare per pulirle le lenti degli occhiali?
R. Mettere in campo la volontà politica per dare tranquillità ai nostri cittadini
D. Nel concreto?
R. Intanto che le lezioni ci liberino da questa dipendenza dal Pd. Speriamo che dopo il 25 nasca un governo che dia indicazioni diverse da quelle attuali. Perché è sotto gli occhi di tutti che, anche nella criminalità diffusa, le componenti predominanti siano quelle di giovani, a volte minorenni, egiziani, marocchini, tunisini… Sono quasi sempre loro i capi. Il che non toglie responsabilità agli altri. Ma è, come direbbe Vittorio Feltri, una realtà fattuale.
D. Vabbé… Intendevo concrete, non elettorali
R. Concretissime, guardi. Concretissime come il blocco navale. Nel 2020 gli ingressi erano 21.292. Nel 2021, 42.274. Oggi siamo arrivati a 68.208. Si rende conto? Sono triplicati nonostante il freno costituito dalla pandemia causata dal Covid. Arrivano in un Paese con un tasso di disoccupazione drammatico. Dove non c’è lavoro, le case scarseggiano… Queste persone devono vivere, dormire, mangiare. E che alternative hanno se non finire a fare la manovalanza delle criminalità o a essere usati come schiavi?
D. Tra le emergenze legate alla sicurezza e al disagio, c’è quella della droga, tornata prepotentemente nei mattinali della Questura e dei Carabinieri. Un catalogo di sostanze chimiche e sintetiche, la cocaina, l’eroina gialla e tonnellate di hashish e di marijuana. E il boschetto di Rogoredo di nuovo simbolo del degrado giovanile….
R. Come sopra. Se non c’è volontà politica per combattere la droga, inutile fare tanti discorsi. Per me, per noi, non esiste alcuna differenza tra droghe cosiddette pesanti e droghe cosiddette leggere. Sono contrario alla legalizzazione dell’hashish e della marijuana, forse frutto del pannellismo a oltranza, nonostante, per tutto il resto, Marco Pannella ci manchi tanto! Oggi è diventato trasgressivo non drogarsi e questo, mi creda, costituisce un problema sociale senza precedenti, dove si registra, drammaticamente, l’assenza generalizzata della solidità della famiglia. Occorre uscire dalla bolla del “tutto è concesso”.
D. Torniamo all’incipit, la criminalità diffusa sul territorio, la paura dei cittadini. Secondo lei è plausibile che 13 baby gang organizzate, le bande dei treni, quelle degli orologi di lusso, possano considerarsi realtà casuali e improvvisate?
R. Al contrario. Io penso che vi sia una regia e che questi fatti rispondano, in qualche modo a una strategia. Ne abbiamo avuto contezza più volte. Anche nell’innalzamento del livello di violenza: non solo botte, ma sempre più coltellate e pistolettate. Ubbidiscono a un modulo. Mi verrebbe quasi da dire che dietro ci sia un grande vecchio. Della criminalità.
Marco Gregoretti