Il vicebrigadiere e il Carabiniere scelto, ieri mattina, lo hanno trovato con la testa fra le mani, seduto davanti a un banco dell’ultima fila. Appoggiati c’erano un coltello da sub e una pistola giocattolo. Gli hanno di inginocchiarsi inginocchiare per ammanettarlo e lo hanno portato via, senza che quel giovane adolescente di 16 anni, che aveva appena accoltellato la sua professoressa di italiano e di storia, opponesse alcuna resistenza. “Quando siamo arrivati” raccontano i due militari dell’Arma, ci siamo mossi con estrema cautela. Ci avevano detto che in un’aula della scuola c’era un giovane armato di pistola. Che poi è risultata finta”. Si è conclusa così la brutta mattinata all’Istituto di Istruzione Superiore (IIS) Alessandrini di Abbiategrasso, vicino a Milano. Alle otto, durante la prima ora, i ragazzi stavano svolgendo un lavoro divisi in gruppi. La professoressa Elisabetta Condò, 51 anni, passava tra i banchi. Non poteva immaginare che di lì a poco, alle 8,10, sarebbe stata aggredita da un suo studente. Che, stando alle testimonianze dei suoi compagni, ieri non partecipava al lavoro, si era come isolato, silenzioso. La professoressa gli avrebbe annunciato di interrogarlo durante l’ora di lezione, affinché recuperasse l’insufficienza in storia. Il ragazzo le avrebbe risposto “sono da lei fra cinque minuti”. Poi, all’improvviso: “Ha iniziato a frugare nello zainetto” testimonia una sua compagna di classe “si è rivolto a noi dicendoci “mi dispiace ragazzi, mi dispiace”. Poi è andato verso la professoressa e l’ha accoltellata più volte. Io ero proprio nel gruppo con lui”. Nessuno aveva messo in conto una situazione da telefilm americano. “Ho sentito che tutti urlavano ”racconta un altro compagno di classe “Mi sono girato: aveva un coltello in mano e lo brandiva colpendo la prof, da dietro, alla spalla e al braccio. Non parlava, non era agitato. Sembrava senza emozioni”.
La docente è stata trasportata all’ospedale di Legnano. Le sono stati applicati diversi punti di sutura per chiudere le ferite. Ora si trova nel reparto di chirurgia plastica dove i medici stanno valutando se sia necessario ricorrere a un intervento chirurgico. Il ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Valditara, è andato a trovare la professoressa Condò. Ai giornalisti presenti ha parlato dell’eventualità di costituirsi parte civile al fine di richiedere un risarcimento per danni di immagine. Ma ha anche posto l’accento sulla “rilevanza sociale dei problemi post didattica a distanza”.
Lo studente assalitore, accompagnato dal padre, si trova ora ricoverato nel reparto di psichiatria dell’Ospedale San Paolo di Milano, dove, dal 2018, opera un reparto specializzato nell’accompagnare nei percorsi di cura gli adolescenti vittime di disagi psicologici e psichiatrici. In effetti l’escalation post covid di forme vecchie e nuove di sindromi psichiatriche giovanili è impressionante. Una ricerca dell’Istituto superiore della sanità, realizzata in collaborazione con le Università di Torino, di Padova, di Siena e del Ministero della Salute, lascia poco spazio ai dubbi: “Il 41% degli adolescenti italiani ritiene che la propria salute mentale abbia risentito negativamente del periodo della pandemia”. I disturbi più frequenti sono quelli legati all’alimentazione e alla capacità di relazionarsi perfino all’interno della famiglia. Ma si sono toccate punte allarmanti anche con la curva crescente dei tentati suicidi, dell’ansia e perfino dell’agitazione psicomotoria. “Per due anni di fatto hanno parlato solo con la X box” dicono alcuni psicoterapeuti. Ma l’effetto pratico più evidente è la impressionate lista di attesa di ragazzi e di ragazze che si rivolgono ai centri specializzati e agli psicologi. Praticamente non c’è più posto. Strutture ed equipe di eccellenza, come il Minotauro di Milano, ormai sono al sold out. Il Presidente del Consiglio dell’ordine degli psicologi, David Lazzari, invita il governo ad aumentare l’incisività della prevenzione e della presenza pubblica. Lazzari spiega che “le terapie vanno messe lì dove serve. E mi pare che la scuola sia uno dei luoghi in cui si può intercettare il disagio”. A prescindere dal covid. Difficile non essere d’accordo con l’auspicio di Lazzari. Ma, forse, c’è anche dell’altro. Per esempio servirebbe una risposta a una domanda semplice semplice: come è possibile che un ragazzo di 16 anni entri a scuola armato di coltellaccio e di pistola, sebbene finta?
Marco Gregoretti