Ora escono allo scoperto anche i vicini di casa. E dicono ai giornalisti: “Quella bambina era magra. Altre volte la mamma l’aveva lasciata sola per più di un giorno. Magari per l’intero weekend”. Già, lo dicono adesso. Purtroppo è la notizia del momento. La cronaca ci costringe a correre dietro agli sviluppi di una storia che segna testa e cuore. Ma è giusto così: ogni dettaglio, ogni particolare, ogni minuto e ogni centimetro che possano essere utili a capire chi e perché può lasciare morire, uccidere, Diana, una bambina di 16 mesi, da sola sul suo lettino da campeggio, in una casa milanese di periferia, in via Palea, per un settimana intera, va messo nel taccuino e raccontato.
Oggi è stata la giornata dell’interrogatorio di garanzia condotto dal gip milanese Fabrizio Filice per convalidare il fermo. Davanti al portone della Casa circondariale di San Vittore telecamere, cronisti, microfoni per cercare di strappare qualche parola a Raffaella Brambilla, l’avvocato di Alessia Pifferi, 37 anni, disoccupata, la mamma di Diana, in stato di fermo indiziario con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi, deciso da Francesco De Tommasi il magistrato di turno che l’altro ieri ne ha ordinato l’arresto dopo un lungo interrogatorio notturno. Brambilla è arrivata in carcere alle 13,30. “Non ho niente da dire” ha risposto ai giornalisti che le chiedevano se la sua assistita avesse parlato. Stessa musica intorno alle 15,30 quando, a interrogatorio finito, è uscita di corsa, letteralmente inseguita da telecamere e microfoni. Un cronista di Telelombardia ha provato a sapere che cosa l’indagata avesse deciso di fare: “Raccontare o avvalersi della facoltà di non rispondere?”. Nulla. Neanche una mezza parola è uscita dall’avvocato. Qualche elemento, comunque, è trapelato. Intanto sarebbe confermata l’intera dinamica dei fatti. Giovedì 14 luglio la mamma di Diana è uscita di casa per andare a Leffe, vicino a Bergamo, dove avrebbe raggiunto il suo attuale compagno, Mario D’Ambrosio, 58 anni, a quanto si sa totalmente all’oscuro che Diana fosse rimasta sola a casa. Raggiunta dalla mamma in via Palea, soltanto dopo sei giorni. Alessia Pifferi rientrata in casa mercoledì 20 luglio avrebbe chiamato la vicina di casa per chiedere aiuto. Ma, dopo una settimana di totale abbandono, c’era ben poco da fare. Un dubbio assale: chissà da quanti giorni la bimba era morta. Anche perché gli inquirenti e gli investigatori stanno cercando di capire per quale motivo vicino al biberon ci fosse una botticina di un potente ansiolitico. L’autopsia chiarirà se stia in piedi anche l’accusa di premeditazione. Un bruttissimo presagio. E se Diana fosse morta a causa della somministrazione di una massiccia dose dello psicofarmaco sequestrato dagli uomini della Squadra mobile di Milano che stanno conducendo le indagini agli ordini del dottor Marco Calì?
La psicologa Alessandra Lancellotti ieri, parlando con Libero ha detto che ci sarebbe da scavare sui vissuti passati e famigliari della mamma di Diana e che potrebbe essere in quell’ambito il focus di una eventuale psicosi. Non è stato possibile questa mattina parlare con la madre di Alessia Pifferi. Da un anno si era trasferita a Crotone, in Calabria, dopo aver condiviso con la figlia l‘appartamento di via Palea. Ieri sera è arrivata a Milano. Ma questa mattina non ha reagito bene con chi le chiedeva di rispondere a qualche domanda su questo dramma, che chissà se davvero ha colto tutti come un fulmine al ciel sereno. La zia di Diana, invece, per ora non ha confermato o sementito la notizia secondo la quale Alessia, sua sorella, per tranquillizzare il fidanzato che era andata a trovare a Leffe, avrebbe detto di averle affidato la bambina nei sei giorni in cui, in realtà l’aveva lasciata sola in casa.. “È con la zia al mare” avrebbe risposto alle insistenti domande di D’ambrosio. Potrebbe essere questo uno dei dettagli che avrebbe fatto dire dal pubblico ministero De Tomasi: ” È una donna pericolosa e senza scrupoli”. Il che non esclude, però, la possibilità che gli organi inquirenti chiedano una perizia psichiatrica sulla donna. Forse per deciderlo stanno aspettando gli esiti dello scavo meticoloso sul passato della donna. Di cui, per ora, sappiamo che tre anni fa si sarebbe separata e che non conoscerebbe con esattezza l’identità del padre di Diana. Il triste calendario domani ha in agenda un appuntamento importante. Con l’ordinanza di custodia cautelare, avremo, infatti, la possibilità di conoscere più dettagliatamente che cosa sia successo. E chi sia davvero Alessia Pifferi.
Marco Gregoretti