Il suo amico l’ha visto finire, con la bicicletta, sotto un tram della linea 16. Erano le 8,15 di ieri mattina, martedì otto novembre. Stavano andando a scuola, insieme. Prima “D” allo scientifico Einstein di Milano, Per Luca Marangoni, 14 anni, non c’ è stato nulla da fare. È morto schiacciato tra le ruote e le rotaie. In via Tito Livio, a pochi metri dal liceo. Era piccolo. Era un cucciolo. Il dolore, adesso, la fa da padrone. Per il fratello che studia anche lui all’Einstein e che frequenta l’ultimo anno: qualcuno lo ha visto piangere disperato. Per la famiglia. E, sinceramente, per tutti noi. Siamo tutti, adesso, genitori, fratelli e amici di Luca.
Cristina Ria, il magistrato di turno, ha aperto un fascicolo per omicidio stradale colposo nei confronti dell’autista del 16, un uomo di 45 anni che, subito dopo la tragedia, è stato trasportato in ospedale in stato di shock. “Il procedimento disposto dalla Procura” precisano “è un atto dovuto ed è a garanzia del conducente”. L’azienda dei trasporti di Milano (Atm), interpellata da Libero, su questo punto non ha voluto commentare. Però, ha aggiunto: “È morto un ragazzino oggi, È questo a cui dobbiamo pensare. L’azienda dei trasporti si stringe con calore alla famiglia di Luca, esprimendo il più profondo cordoglio”.
In effetti la dinamica è in corso di accertamento da parte della Polizia locale. Alcune testimonianze raccolte dagli organi competenti, raccontano che i due amici arrivavano da piazza Salgari, diretti verso l’istituto scolastico. L’amico di Luca, stando ai testimoni, sarebbe andato dritto per via Tito Livio, mentre la giovane vittima avrebbe svoltato repentinamente in via Marcellino Ammiano. Forse per questo, chi conduceva il tram, nonostante avesse suonato e frenato immediatamente, non sarebbe riuscito a evitare l’impatto. L’allarme, riportano alcune agenzie, sarebbe stato lanciato dal padre di una studentessa dell’Einstein che stava accompagnando la figlia a scuola. Avrebbe assistito all’incidente e avrebbe portato via l’amico di Luca che aveva avuto contezza di quanto fosse successo. La sua testimonianza, dunque, sarà preziosa per capire con precisione gli step dell’incidente. Ad accorrere sarebbe stata anche un’insegnate del liceo che, stando a quanto riportato dalle agenzie, avrebbe affermato che Luca in quel momento non indossava le cuffiette, quindi non era distratto dalla musica. Ma avrebbe svoltato senza guardare in un tratto riservato alle auto. Le strisce pedonali sarebbero una decina di metri più avanti.
Il pubblico ministero Ria ha disposto il sequestro del tram per verificare i dati riportati dalla scatola nera e quelli contenuti dalle telecamere di bordo. Ha poi acquisito i video delle telecamere di zona e ha richiesto l’autopsia. Anche la bicicletta di Luca è ora parte degli atti. È un modello leggero, grigia e tranciata in tre diversi punti. I vigili del fuoco l’hanno trovata in mezzo alla carreggiata. Quando hanno sollevato leggermente il tram per estrarla, hanno dovuto portare delicatamente fuori anche il corpo di Luca. Purtroppo non c’era più nulla da fare.
Il liceo Einstein alle 11,30 di ieri ha osservato un minuto di silenzio. Non c’è retorica nelle parole dei suoi compagni, dei loro genitori e del personale della scuola. “Qui sono tutti molto bravi nel rendimento. Luca era un’eccellenza. In tutto. Anche nello sport. Era buono”, dicono mentre qualcuno lega un fascio di fiori al cancello.
La capitale morale d’Italia è sotto shock. Il sindaco Giuseppe Sala ha annullato i suoi impegni e ha dichiarato, con un toccante messaggio on line che “proclameremo una giornata di lutto cittadino. Oggi per Milano è un giorno molto triste. Sto seguendo con dolore”.
Anche il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, esprime vicinanza alla famiglia del ragazzino: «Una notizia straziante. Una di quelle notizie che non vorresti mai ascoltare. Ora è il momento del raccoglimento e della preghiera. Da padre, prima ancora che da rappresentante delle Istituzioni, mi stringo ai familiari condividendo il loro immenso dolore».
In serata, ieri, hanno cominciato a registrarsi anche voci preoccupate per il timore che possano verificarsi altri terribili lutti come quello che ha colpito la famiglia di Luca. Gli esperti ricordano le 10 regole fondamentali per usare la bici in città rimanendo in sicurezza: indossare il casco, usare le piste ciclabili, rispettare il codice della strada, non ascoltare la musica in cuffia, controllare freni, luci e gomme, usare una bici adatta a se’, portare il kit per le riparazioni e la pompa, non dimenticare il lucchetto, restare ben visibili, mantenere la distanza di sicurezza. Secondo alcuni studenti del liceo Einstein, però, non basta. E fanno notare che il punto dove è avvenuto l’impatto sarebbe molto pericoloso a causa di un attraversamento affollato e poco protetto. Spesso il dolore cerca una elaborazione con la denuncia e con la rabbia. Però non sarebbe male dare un’occhiata. Meglio farlo che pentirsi di non averlo fatto.
Marco Gregoretti