
La vicenda, scaturita da una denuncia presentata nel 2016 dal consigliere comunale dei Cinque stelle, Giancarlo Dalla Costa, riguarda la supervalutazione della parte del parco Grugnotorto di cui Cipelletti era proprietario e su cui c’era un interesse dell’amministrazione comunale, da bonificare per ampliarne la parte destinata ad area commerciale. Sarebbero state modificate, secondo le indagini della Guardia di Finanza, anche le procedure da seguire per ottenere le concessioni edilizie. La corruzione si sarebbe verificata nel momento in cui la contropartita per questa, chiamiamola eufemisticamente, corsia preferenziale, sarebbero arrivati favori e contanti. Per questi motivi i pubblici ministeri Salvatore Bellomo e Stefania Di Tullio avevano chiesto quattro anni per tutti gli amministratori pubblici coinvolti. Il giudice ha anche stabilito che alle parti civili dovrà essere corrisposta una “provvisionale immediatamente esecutiva di 200 mila euro” per risarcire il Comune di Cinisello Balsamo e Legambiente.
Trezzi, Imberti, Ruffo e Marsiglia, respingono con veemenza le accuse. Riprendendo quanto avevano sostenuto all’inizio del processo: “Noi abbiamo agito nell’interesse della città e dei cittadini, affinché potessero usufruire di un grande polmone verde”. Una difesa green e molto sostenibile. Che, però, non ha convinto né gli investigatori né gli inquirenti.
Ma l’ex sindaco Siria Trezzi insiste. Confermando, come fanno tutti, la piena fiducia nella magistratura, avrebbe perfino pianto al telefono con chi la cercava, assicurando di essere davvero amareggiata e molto triste. E poi avrebbe usato, nell’immediato della comunicazione della condanna, una linea difensiva che non avevamo mai sentito. “Mi sento innocente”. Un po’ di romanticismo in un Paese dove qualcuno ci considera tutti colpevoli che l’hanno fatta franca, ci mette di buonumore.
Marco Gregoretti