Altro che percezione, parola che piace tanto al salotto ztl. In realtà è l’escamotage che consente agli amministratori pubblici milanesi, quando la gente protesta per la paura di camminare per la strada di sera, o quando Libero scrive che non è bello vivere guardandosi sempre le spalle da stupratori e da rapinatori, di cavarsela con un “Ma và! Basta con gli slogan del terrore: la violenza è percepita proprio per colpa vostra, ma non esiste! Milano è l’arca della conciliazione”. Insomma le 13 baby gang che terrorizzano le altrettante municipalità, le bande sudamericane in via Padova, le catenine strappate dal collo, le borseggiatrici in metro, gli stupri sulla 90 e quelli in mezzo alla strada, le bottigliate in faccia alle ragazze, sono fantasie dei cronisti di Libero, dei poliziotti, dei Carabinieri. E dei cittadini che hanno perso il sonno. Però questa volta siete voi amministratori a schiantarvi contro l’ipocrisia. I dati sono il timbro della verità. “In cinque mesi i reati violenti, i furti e le rapine, alla stazione Centrale, sono aumentati di oltre il 5 per cento” racconta preoccupato il Prefetto di Milano Renato Saccone. Che ha aggiunto: “Colpa anche del lungo lockdown causato dal Covid che ha indotto stringenti disagi psicologici”. Speriamo che il sindaco e i suoi assessori non vogliano di nuovo contribuire alla salute pubblica a suon di aperitivi in piazza. Anche se, a quanto pare, proprio questa o similari sarebbero le strade indicate, a suon di “Rivivere la stazione”, dalle astruse stanze del potere locale. Al quale, però, arriva virulenta un’altra sberla. La molla Marcello Viola, procuratore della Repubblica di Milano. Ha chiesto ai suoi pm di essere informato in tempo reale sui fatti quotidiani più gravi. Viola non fa molti giri di parole, non “percepisce”, piuttosto capisce. E avverte che siamo di fronte a una “crescente preoccupazione dell’allarme sociale per il verificarsi di numerosi episodi di violenza da strada”. Il procuratore della Repubblica definisce gli stupri, le violenze fisiche, le rapine: “delitti contro la vita e l‘incolumità individuale”. È un appello urgente al buon senso e al realismo, che azzera lo strabismo del governo della città. Elena Montafia, portavoce del Comitato di quartiere Lazzaretto, oramai ostaggio di una Movida sempre più violenta, non ne può più della “sindrome percettiva”. E dice a Libero.: “Qui ogni sera è un delirio. Ma nonostante le schiaccianti evidenze, continuano a dipingere una realtà che non c’è e perseguono obiettivi molto discutibili e per nulla condivisi”. Il Prefetto e il Procuratore le danno ragione.
Marco Gregoretti