Avrebbe compiuto 12 anni a dicembre. Invece, ora, il piccolo di origini egiziane, a spasso in bici con il papà, secondo i dati dell’Asaps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) è la 21esima vittima, investita e uccisa dall’inizio del 2022. Il secondo bambino in quattro giorni. È successo a mezzanotte circa, tra lunedì 8 e mercoledì 9 agosto, in via Bartolini, nella periferica zona milanese dalle parti di viale Certosa, verso gli svincoli autostradali per Torino e per i Laghi.
Mentre padre e figlio stavano procedendo in bicicletta da piazza Firenze a piazza Prealpi, una Smart, guidata da un giovane di 22 anni, che procedeva nella stessa direzione, è piombata sul dodicenne uccidendolo sul colpo, sotto gli occhi del genitore impotente. E poi l’investitore è scappato, senza prestare soccorso. Quando è arrivato il 118, il piccolo era già morto. Non c’è stato nulla da fare. La notizia ha colpito al cuore anche l’amministrazione civica di Milano. Le parole del vicesindaco Anna Scavuzzo appaiono prive di retorica. Sembrano sinceramente addolorate: “Oltre alla nostra vicinanza non faremo mancare alla famiglia il sostegno del Comune e della città. Ora è un momento di grande dolore, di raccoglimento e di rispetto per la famiglia del piccolo e di tutta la sua comunità, a cui va l’abbraccio commosso della città’”, ha scritto Scavuzzo in un post. Annotando anche un plauso agli operatori che sono intervenuti sul posto per indagare sulla dinamica .
In particolare gli agenti della Polizia locale non hanno ancora reso noti i risultati dei rilievi effettuati sul luogo del tragico incidente. Alle quattro e mezza di martedì mattina, convinto probabilmente dai famigliari, il 22 enne alla guida della Smart si è costituito ed è stato indentificato. È risultato, quindi, non essere in possesso di patente. Non è chiaro se perché non l’avesse mai ottenuta o per violazioni che abbiano portato alla sospensione o al sequestro. L’auto, invece, intestata a una società, sarebbe coperta da una assicurazione regolarmente attiva. La posizione del giovane è al vaglio del pubblico ministero Rosario Ferracane. Tra gli elementi da accertare e da chiarire c’è l’eventuale assunzione di droghe. Il Pm ha subito disposto l’esame tossicologico dal quale, in serata, è emerso che il giovane sarebbe stato sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Mentre il test per la presenza di un tasso alcolico superiore alla media consentita dalla legge, sarebbe risultato negativo. Il 22enne ha precedenti per spaccio, maltrattamenti, porto abusivo d’armi, stupefacenti, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo le prime indiscrezioni, una volta interrogato avrebbe detto che “Non ho visto sbucare il bambino, poi sono scappato perché non ho la patente e ho avuto paura”. Comunque è stato denunciato a piede libero per omicidio stradale e omissione di soccorso.
Nel 2018, l’allora Capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli, aveva più volte lanciato appelli per una stretta sugli incidenti stradali. Si era verificata una preoccupante escalation, soprattutto in una ripresa delle cosiddette stragi del sabato sera. Gabrielli chiedeva sanzioni più severe per chi, in quei casi soprattutto giovani, guidasse, per esempio, distratto dallo smart-phone: “Sequestriamogli l’auto per sei o sette giorni!”, aveva proposto. Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, denunciava: “Attenzione, lo stragismo del sabato sera, sta tornando”. Ma c’era un altro capitolo che stava diventando sempre più drammatico: le stragi dei bambini. Con un picco che si toccò nel 2020, con 41 bimbi uccisi sulle strade. E che, l’anno scorso, sembrava avere iniziato una curva discendente. Anche se, nonostante una diminuzione del 29 per cento, i dati del 2021 fotografano, ancora, secondo l’Asaps, troppi morti: “Nel 2021” spiegano, gli incidenti ai bambini sulle strade hanno provocato 29 morti (18 maschi e 11 femmine), 12 in meno rispetto al 2020 (-29,3%). 14 viaggiavano in auto (48,3%), 9 giravano in bici, 4 camminavano a piedi e uno era sulla moto. Il maggior numero di vittime, 13 in tutto, aveva tra gli 11 e i 13 anni. Con 10 decessi è stata molto colpita anche la fascia di età dei piccolissimi, tra 0 e cinque anni. Sei, infine, i bambini che avevano dai sei ai 10 anni. Delle 29 piccole vittime, 21 hanno perso la vita su strade statali e provinciali, sette in città e uno in autostrada.
Marco Gregoretti