Di Marco Gregoretti
Erano gli anni Settanta, quelli del SID di Vito Miceli e del Capitano Antonio La Bruna, scopritore di futuri talenti dei Servizi Segreti italiani. Come uno dei pochi usciti vivi dalla Guerra fredda: Antonino Arconte, noto come G-71. Ora “in pensione”, autore dei libri L’Ultina missione e Bengasi e dintorni, ha un’idea precisa sul Coronavirus.
“La guerra batteriologica era materia degli studi militari della SAS di Viterbo e del Nucleo G a Capo Marrargiu” spiega.
E, poi, d’un fiato: “Ti avevo detto che le regole della guerra NBC nucleare, batteriologica e chimica sono proprio così, come accade col covid19?. Non bisogna fare troppi morti, non servono. Servono i feriti, gli ammalati, perché questi costringono alle cure e costano. Se una formazione militare è composta da 120 combattenti e ne muoiono 30, questi restano morti sul campo di battaglia e gli altri 90 continuano a combattere. Ma se ne feriscono 30, gli altri 90 non combatteranno perché dovranno curare i feriti! La pandemia è un attacco NBC della Cina al mondo capitalista. Hanno costruito loro il Covid19 nel laboratorio di Wuhan, li scoprirono quelli di Leonardo nel 2015, lo speciale scientifico di RAI 3. Con gli ammalati e il panico scatenato dai media hanno fermato la produzione, fatto crollare i PIL e ridotto alla Bancarotta il mondo. Nel frattempo loro che sono gonfi dei nostri soldi si stanno comprando intere città, banche e porti. Il Pireo, Trieste, Taranto sono già cinesi e chissà che altro lo sta per diventare. Ha ragione Trump a chiedere che la Cina paghi i danni che ha fatto al mondo”