Il sito equestrianinsight.it riporta una notizia con foto datata 22 dicembre 2020: il Polo Team La Ginestra si è classificato secondo al prestigioso trofeo Coppa Italia Arena Polo. Ti stropicci gli occhi. Guardi la foto e la riguardi. ” È lui o non è lui?” ” È’ lui, sì , sembra proprio lui”. Matteo Costacurta, detto il “Principe” o “San Pietro”, 38 anni, a quanto pare di origini veneziane, ma stanziale romano nella zona tra corso Francia e la Camilluccia, è uno dei due componenti della squadra che arrivò seconda. Chissà se il suo compagno di vittoria, L.D. sapeva che a colpire al galoppo, con la stecca di bambù la palla di legno da mandare tra i due pali, era una killer della cosiddetta mafia albanese. Assai improbabile che ne avesse contezza. Anche perché avrebbe creduto a una fake, alla sceneggiatura di un film alla Tarantino made in Italy. Il suo collega di Polo a lui risultava essere un bon vivant, rampollo della nobiltà veneta, proprietario di immobili di pregio all’Olgiata, non distante dal mitico attico di Moana Pozzi, e di un B&B a meno di un chilometro da San Pietro.
E invece è tutto vero, secondo il nucleo investigativo dei Carabinieri di Ostia che lo hanno arrestato domenica 31 luglio con il mandato del Gip Andrea Fanelli, su richiesta dei sostituti procuratori di Roma Mario Palazzi e Francesco Cascini. Costacurta sarebbe accusato di tentato omicidio per aver sparato a ottobre 2020, senza riuscire ad ucciderlo, contro Alessio Marzani che, in questa storia con paradossi kafkiani, ora risulta indagato per estorsione. E, anche fortunato, perché il proiettile sparato da distanza piuttosto ravvicinata non ha leso alcun organo vitale. E lui si è salvato. In cambio il killer avrebbe ricevuto 45 mila euro: 20 mila per lui, altrettanti per il centauro che guidava la moto dell’agguato, avvenuto ad Acilia e 5mila per comprare l‘arma al mercato nero. L’operazione dei Carabinieri ha fatto scattare le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altre quattro persone: il presunto capo della criminalità albanese a Roma, Elvis Demce, l’ex calciatore delle giovanili della Lazio Daniele Corvesi, il mandante del tentato omicidio, Daniele Gallarello, un narcotrafficante attivo tra Acilia e Ostia che aveva chiesto a Demce di procurargli un killer per uccidere Marzani, e, appunto, nei confronti della vittima stessa. Costacurta, Demce, Corvesi e Gallarello devono rispondere di tentato omicidio. Marzani di estorsione perché avrebbe preteso da Gallarello 40 mila euro, suddivisi in mille al mese, per “non avere fatto i nomi quando fu arrestato per spaccio di cocaina”
Lascia a bocca aperta il fatto che un rampollo dell’aristocrazia venezian-romana, apparentemente benestante, frequentatore di ambienti up, socio effettivo del Roma Polo club, si accontenti di 20 mila euro, addirittura molti meno secondo altre ricostruzioni, per ammazzare una persona. Alcune notizie pubblicate da giornali on line lo raccontano come un quasi protagonista delle feste estive di Porto Cervo, in Sardegna, assiduo di eventi e di salotti romani. E si narra di un favoloso patrimonio immobiliare in una zona di pregio. A conti fatti non sarebbe proprio così: le mega fantasmagoriche proprietà raggiungerebbero forse un milione euro. Da valutare se compreso o escluso il B&B nei pressi del Vaticano. Allora un dubbio sorge: Costacurta era un “Conte Mascetti” del crimine alla canna del gas a disposizione della Mafia albanese, raggiunta anche grazie a sue vecchie presunte frequentazioni in zona Massimo Carminati? O davvero è un ricco signore che fa il killer per hobby? Lo stesso capo della Mafia albanese, avrebbe escluso che Costacurta navigasse nell’oro. Sfogliando la versione cartacea e quella on line della Bibbia dell’aristocrazia nobiliare italiana “Il libro d’oro della nobiltà italiana” (Edito dall’Accademia araldica italiana), non si trova traccia di alcun titolo a una famiglia Costacurta. Il cognome Costacurta non compare proprio. Segno, dunque, che, quello davanti al cognome Costacurta, non sarebbe, ammesso che ci sia, un titolo antico e storico. Circostanza confermata anche da un aristocratico di Venezia: “Non conosco alcun Costacurta”. Tema ripreso da una delle più attive pierre festaiole romane: “Mai coverto. E poi caro, ma di quali feste andate cianciando? Non sono più quegli anni. Ora l’aristocrazia fa vita di quartiere. E, al massimo, ci sono diciottesimi e matrimoni”.
Il punto vero, comunque, è un altro. E lo scrivono papale papale investigatori e inquirenti: “Costacurta ha una alta predisposizione al crimine”. In effetti quando gli fecero vedere la foto dell’obiettivo avrebbe detto: “Che faccia di c… Non durerà molto. Non vedo l’ora di onorare l’incarico”. Che, peraltro, non è riuscito a portare a termine.
Marco Gregoretti