È il mistero della settimana. Un sacerdote proveniente dal Ciad è scomparso nel nulla alla stazione centrale di Milano. Si è voluto eclissare volontariamente? O si trova in difficoltà? O peggio? Un fatto è certo: Don Mbaihornom Donatein, 30 anni, domenica 18 settembre si è come volatilizzato. Nessuno sa dove sia finito. E perché. Ieri l’associazione Penelope Lombardia, che si occupa della ricerca di persone scomparse, ha postato un messaggio sui social, quasi un appello, a tutti. “Donatein potrebbe essere ancora a Milano e in difficoltà. Segnalateci ogni notizia utile”. Per incoraggiare i cittadini ad attivarsi, l’associazione ha anche diffuso un numero di telefono dedicato (380 7814931).
Il sacerdote era partito da Locarno,, in Svizzera, diretto a Roma. A Milano avrebbe dovuto prendere il treno per la capitale. Alla stazione Termini aveva appuntamento con una persona che avrebbe dovuto accoglierlo. Ma Donatein non è mai sceso da quel convoglio. “Difficile avviare una investigazione sul campo con vigili del fuoco e protezione civile” dicono a Penelope “. È passato troppo tempo dalla sparizione. Possiamo dire soltanto che sono impegnate tutte le forze dell’ordine”. A Libero risulta, comunque, che, quando è scattato l’allarme, la denuncia di scomparsa non sarebbe stata presentata a Milano, ma ai Carabinieri di Firenze. Perché, visto che le sue tracce si sono perse alla stazione centrale del capolugo lombardo? Una parziale spiegazione arriva proprio da Penelope: “Non avendo parenti è stato incaricato un avvocato con lo studio a Firenze”
Interpellato da Libero un operatore della Protezione civile, che tra i compiti ha proprio quello della ricerca delle persone scomparse, conferma che l’ente non ha ricevuto nessun “alert tecnico”. In questo caso si tratta, come si evince dalle foto diffuse da Penelope, di un uomo di colore, che pesa 80 chili, è alto un metro e settantacinque e che, prima di imbarcarsi nel treno per Roma dove non sarebbe mai salito, indossava jeans blu scuri, scarpe blu, un maglione nero e non esponeva alcun elemento che potesse far pensare che si trattasse di un religioso. Con se , inoltre, aveva un telefono cellulare. Ma chi ha provato a collegarsi ha sempre trovato il telefono staccato. Nessuno lo sta cercando, dunque? In realtà no:. “Tecnicamente” spiegano in Questura “quando viene presentata una denuncia per scomparsa, alle forze dell’ordine arrivano alcune note affinché pattuglie e volanti abbiano le informazioni necessarie al riconoscimento”. Stando a quanto hanno spiegato in Questura, dunque, Donatein potrebbe essere individuato in un qualsiasi luogo dell’hinterland milanese dalla Polizia locale, a Pioltello o a Cologno monzese, o in città da Polizia e Carabinieri. Non vi sarebbe o dubbi infatti, anche secondo Penelope, che il sacerdote nordafricano sia stato visto a Milano almeno due giorni successivi al suo arrivo: lunedì 19 e martedì 20 settembre.
Un giallo in piena regola. On poche informazioni e tutte frammentarie. Che cosa è successo a Donatein? Perché non risponde al telefono? Qualcuno gli ha fatto del male? Ha subito un’aggressione? Carabinieri e Polizia sono abbottonati. Non si riesce a sapere neanche il nome dell’avvocato che ha presentato la denuncia e come mai sia stato scelto uno del foro fiorentino. “Per ora non diamo altre notizie” dicono a Penelope, forse stupiti che Libero avesse scoperto della denuncia a Firenze. “Ci limitiamo a quello che mettiamo on line”. Perché tanta riservatezza? L scelta di un avvocato fiorentino per la segnalazione ai Carabinieri,, il telefonino staccato, il fatto che non fosse riconoscibile come appartenente a un ordine religioso, sono indizi che lasciano aperte tante ipotesi. E non tutte a lieto fine. È la stessa persona di Penelope Lombardia che ci ha risposto al telefono a confermare che tutto può essere capitato. E speriamo, naturalmente di nos: “Guardi, ogni ipotesi è aperta. Non stiamo privilegiando una pista…”. Ahia!
Marco Gregoretti