Questa volta è tutto vero. Non è una canzone. Non è un video. Non è un social. E nessuno potrà più negargli lo status di sorvegliato speciale, per due volte respinto da un giudice (a marzo e a luglio). Nella notte tra giovedì 6 e venerdì 7 ottobre i Carabinieri della Compagnia Milano Duomo, agli ordini del capitano Gabriele Lombardo, si sono avvicinati all’auto ferma in Viale Monza, a Milano, si sono qualificati e hanno arrestato il trapper, già famoso nel popolo degli adolescenti, “Baby gang” (Zaccaria Mouhib, 21 anni) insieme a due suoi sodali. Contemporaneamente gli agenti della Squadra mobile, comandata da Maro Calì, hanno bussato a casa di “Simba La Rue” (Lamine Mohamed Saida, 23 anni) un altro “artista musicale di zona”, per accompagnarlo in prigione. Trenta uomini, tra poliziotti e Carabinieri, hanno messo sottosopra in poche ore il mondo della criminalità giovanile. In manette sono finite in tutto 11 persone, tra cui due minorenni (uno, però, lo era all’epoca dei fatti contestati. Ora non più). I reati ipotizzati sono: rissa, lesioni, rapina aggravata e porto abusivo di arma da sparo. Le ordinanze di custodia cautelare sono state disposte dalla Procura della repubblica di Milano e dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni.
Sullo sfondo c’è la guerra tra gang giovanili che si spaccano di botte, si accoltellano. E, ora, si prendono a pistolettate. “Noi” si sente in una intercettazione “quando spariamo, non spariamo in aria. I nostri ragazzi se sparano, sparano addosso alla gente”. Gli arresti sono da mettere in relazione a quanto si vede nel video registrato dalle telecamere di sorveglianza e diffuso dalle forze dell’ordine: uno scontro furibondo che, la notte tra il 2 e il 3 luglio, in via de Toqueville, nella movida più chimica di Milano, quella di Corso Como, ha coinvolto 13 persone. 11 contro due. Da una parte il gruppo dei due trapper, amici, soprattutto dopo aver stretto una alleanza di ferro in comunità, e due nord africani. Dopo le bastonate e le sprangate, sono arrivati i colpi d’arma da fuoco, sparati dagli 11 alle gambe dei due. All’origine ci sarebbe stata una lite per la mancata restituzione di una carta di credito. Ma, nell’ordinanza del pubblico ministero Guido Salvini, si fa riferimento anche a una “volontà di controllo del territorio”. Per ribadirla va bene ogni mezzo, anche la stampella con cui Simba La Rue è costretto a camminare dopo le coltellate che si è preso alla gamba il 16 giugno, durante un’altra rissa. “È per questo” dice un investigatore “che gli saltano sempre i punti di sutura alla ferita”. Tra gli 11 arrestati nella notte tra giovedì e venerdì, quattro erano già finiti in manette proprio per quell’episodio, dove la spirale di rivalità violenta, dovuta ai contrasti nel mercato delle produzioni musicali, portò in prigione nove persone.
Tra gli indagati per i fatti del 3 luglio in corso Como, ci sarebbero anche alcuni stretti collaboratori di Baby gang, tra cui il suo “autista”. Secondo gli investigatori la figura di spicco che si configura come vero leader di una banda oramai strutturata e ben “definita gerarchicamente”, sarebbe proprio il trapper di piazza Prealpi. Che, dopo una vita di abbandono di disagi e di povertà, è passato a un trend di esibizione di ricchezza, reale e non immaginaria, dove , però, la cifra della violenza è un veicolo anche per conquistare follower. Il capitano Lombardo non ha dubbi: “Baby gang è il vertice. Non ha opposto alcuna resistenza. Ha collaborato e ha suggerito la calma ai suoi amici. Perquisendo l’abitazione di Sesto San Giovanni, che fa capo al trapper e dove si appoggiano altre persone, sotto il cuscino del suo letto abbiamo rinvenuto una Beretta calibro 7,65. In casa anche simulacri di altre armi, in particolare di mitra”. Gli Ak 47 non sono una semplice scenografia dei video “Ma costituiscono un messaggio preciso per aumentare il bacino di fans”. Soldi, tanti, musica, abbigliamento volutamente griffato, Suv con i vetri oscurati e, soprattutto le, armi preoccupano la procura e gli investigatori: “Con questa indagine abbiamo accertato che vi sono tre punti fondamentali, in ogni baby gang,: la gerarchia, la fedeltà e l’omertà. Nessuno collabora, ne mostra intenzione di farlo”. Ragazzi, fermatevi! I proiettili non sono virtuali.
Marco Gregoretti
IL VIDEO DELLA RISSA FINITA A PISTOLETTATE, IN CORSO COMO, A MILANO, LA NOTTE TRA IL 2 E IL 3 LUGLIO 2022