L’altro ieri sono scaduti i termini per presentare ricorso in Cassazione. Così la sentenza dell’otto gennaio 2016 con cui la Fondazione An perde qualsiasi titolarità all’utilizzo del simbolo del logo, e quindi del patrimonio, del vecchio Msi di Giorgio Almirante, è diventata esecutiva. È diventata realtà. Dunque ora simbolo, logo, soldi e immobili passano di fatto al recentemente rifondato Msi Destra nazionale, di cui Francesco Belsito, l’ex amministratore della Lega nord, è amministratore e co-fondatore. Probabilmente c’era la consapevolezza di aver perso praticamente tutto all’origine della veemente reazione degli ex An, ieri pomeriggio, giovedì 20 ottobre, nei confronti di Maria Antonietta Cannizzaro, Presidente del Msi Destra Nazionale. Secondo la versione ufficiale nel tardo pomeriggio, durante l’iniziativa organizzata dalla Fondazione di AN per i 70 anni del partito di Almirante, poi scioltosi in An, Cannizzaro sarebbe intervenuta dal pubblico in maniera scomposta mentre stava parlando la curatrice del catalogo Simonetta Bartolini, per dire che avrebbero dovuto chiederle l’autorizzazione a usare il logo durante la manifestazione in quanto ora appartiene al Msi Destra nazionale di cui lei è Presidente. Il servizio d’ordine l’avrebbe poi accompagnata fuori dalla sala, in via della Scrofa, a Roma. Al blog invece è stata fornito un altro racconto: “La Cannizzaro è stata letteralmente aggredita dagli ex An. È dovuto intervenire lo stesso Gianfranco Fini, presente alla manifestazione, per difenderla”.
Una bella bagarre tra ex fascisti. Ma probabilmente inutile perché, a quanto pare, la sentenza, emessa dalla Corte d’Appello del Tribunale di Firenze, non lascia molti dubbi. Ecco il passo fondamentale: “La FAN non è infatti un partito politico, né un successore universale di AN, è soltanto l’acquirente a titolo particolare di un preteso diritto immateriale. L’intervenuta è stata costituita con atto pubblico del 14 dicembre 2011 e, dal punto di vista della personalità, non ha niente a che vedere con AN… senza quindi subentrare nella personalità di AN, di cui raccoglie soltanto la memoria storica al fine di promuoverla e perpetuarla, con intenti non certo identitari…Orbene, il conferimento per via negoziale del supposto “diritto esclusivo alla utilizzazione anche economica degli emblemi, dei simboli, dei loghi” si pone all’evidenza in contrasto… In riforma integrale della sentenza impugnata, vanno pertanto respinte la domande proposte da AN e FAN”. Punto e a capo.
Ora il Msi e tutto ciò che gli appartiene, compresa la ricchezza di fondi e di case, è in mano ai nuovi fondatori. Tra i quali spicca, come più volte ricordato da questo blog, Francesco Belsito, l’ex parlamentare di Forza Italia, l’ex amministratore della Lega nord di Umberto Bossi e di Roberto Maroni dal 2010 al 2012, coinvolto nello scandalo dei rimborsi elettorali e oggi tesoriere e vicepresidente del Msi- Destra Nazionale, di cui è anche titolare del simbolo e del logo. La rissa di oggi non rimarrà senza conseguenze. Dal Msi fanno sapere che ci saranno azioni legali. Intanto si comincia a fare insistente la voce che sarebbero partiti i primi pignoramenti sui conti correnti della Fondazione An e le prime azioni nei confronti degli immobili. Poche ore fa è stato pignorato, come dimostra il documento pubblicato qui sotto, il primo conto della Fondazione An, per il risarcimento delle cause perse. Una briciola per ora, visto che in ballo ci sarebbe una tranche di circa 800 milioni di patrimonio immobiliare, e non i 3/400 di cui si parlava, più 80 milioni depositati presso la Banca alla Camera dei Deputati. Una domanda semplice, semplice: perché la Fondazione An ha lasciato scadere i termini per i ricorso in Cassazione? “Chissà di che cosa avevano paura” si chiedono al Msi Destra nazionale. Chissà
Marco Gregoretti