Son tornati i pusher rider. Anzi non se ne sono mai andati. La Polizia ne arresta uno nel quartiere più rumoroso di Milano. L’articolo che ho scritto per Libero di Domenica 27 novembre 2022

Pusher rider italiano, pregiudicato, 46 anni, arrestato in via Panfilo Castaldi, a Milano. L'articolo che ho scritto per Libero di domenica 27 novembre 2022
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Rieccoli i rider pusher. Durante il lock-down il servizio a domicilio di cocaina e affini era saldamente nelle mani di addetti alle consegne dotati di motorini o di biciclette con la “pedalata assistita”, oltre a indossare pettorine con i loghi di inesistenti ditte di ristorazione. I padroni della notte metropolitana erano loro e avevano buon gioco a mescolarsi a quelli veri, che sul serio portavano da magiare nelle case, visto che dopo una certa ora non si poteva uscire. “Poi” dicono in Questura a Milano, nella sala operativa “il fenomeno sembrava andare scemando”. E invece…
Invece gli agenti della sesta sezione “Contrasto al crimine diffuso”, intorno a mezzanotte di venerdì 25 novembre, hanno arrestato uno spacciatore travestito da fattorino su due ruote, italiano, di 46 anni, pregiudicato, in via Panfilo Castaldi, a Milano, tra le zone etniche più “antiche” della città. In quel quadrilatero, tra corso Buenos Aires, Porta Venezia, Via Lecco, per una ventina di anni il core business era costituito dal fiorire di ristoranti legati alla cultura tigrina e alle ricetta di cucina eritrea, come lo zighinì. È stato a lungo un importante polo attrattivo di movida esterofila e di convivenza. Sia per il food che per i negozi. “Da sette anni, purtroppo, è cambiato tutto” dice a Libero Elena Montafia, portavoce del Comitato Lazzaretto “quella bellissima realtà di integrazione civile non c’è più. Ristoranti e negozi etnici sono stati sostituiti da un crescendo parossistico di altre attività che hanno portato una quantità di persone impressionante. Criminalità, spaccio, traffico bloccato, autoambulanze che non riescono a passare, paura diffusa, ragazze aggredite, adolescenti che non possono tornare a casa. Non si dorme più! E siccome è diventato il quartiere arcobaleno e Lgbt per antonomasia, appena segnaliamo un problema ci danno degli omofobi”. La notizia è che, esausti, gli abitanti hanno denunciato il Comune di Milano “Sì” conclude Montafia “abbiamo fatto causa all’Amministrazione, seguendo l’esempio del quartiere San Salvario di Torino, anche per i danni da mancato sonno. Sa che cosa le dico? Che in questa situazione non mi stupisce per nulla che in via Panfilo Castaldi abbiano beccato un finto rider che spacciava cocaina”. In effetti credeva di farla sotto il naso degli agenti della sesta sezione. Invece si sono accorti che, lo spacciatore di 46 anni, con un passato scandito da “precedenti penali specifici”, si legge nella nota della Questura, mentre toglieva dalla tasca qualche cosa da dare a un trentenne, aveva un atteggiamento fin troppo guardingo. Controllava a destra e a manca, si voltava, per essere certo di non essere osservato da sguardi non previsti. Prudenza inutile: proprio le sue posture hanno attirato i sospetti dei “poliziotti da strada”. Che hanno fermato il giovane acquirente, già segnalato in Prefettura, a cui il rider aveva passato il pacchettino. E infatti dentro c’erano otto grammi di cocaina. “Me li ha dati lui. Ho pagato 80 euro.” ha detto indicando il “fattorino” seduto sul suo scooter. Durante la perquisizione sul posto gli investigatori hanno trovato addosso al pusher altre 7 dosi da 8, 1 grammi l’una di cocaina e 85 euro in contanti. Dopo l’arresto lo spacciatore in motocicletta è stato giudicato per direttissima. La morale è: meglio il piccante zighinì della droga.
Marco Gregoretti