Speriamo che gli serva da lezione e che non lo facciano mai più. E auguriamoci che le due ragazze vittime delle loro molestie riescano poco a poco a superare il trauma, la paura e lo schifo. Questa mattina i Carabinieri della stazione del quartiere milanese Vigentino hanno bussato alla porta delle abitazioni di due adolescenti egiziani, di 14 e di 15 anni e, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni, li hanno arrestati. Per poi accompagnarli, applicando la decisione del Gip, in una comunità. I due ragazzini sono accusati di violenza sessuale di gruppo “ai danni di due studentesse di 15anni”.
Le due amiche difficilmente dimenticheranno la giornata da incubo vissuta sei mesi fa. Il 29 marzo, mentre rientravano a casa da scuola, come sempre, utilizzando il tram della linea 24, furono avvicinate con veemenza dai due bulletti che iniziarono a spingerle, a palparle nelle parti intime, a farne bersaglio di molestie sessuali. Non erano soli i due adolescenti. Alla violenza in branco erano presenti altre tre persone: due risultano indagate e un terzo ragazzo non è ancora stato indentificato.
Al risultato investigativo i Carabinieri sono arrivati dopo un lavoro lungo e laborioso ascoltando testimonianze, sentendo, in audizione protetta, le due vittime, analizzando i filmati ripresi dalla telecamere di video sorveglianza. La certezza assoluta si è avuta, infine, con il riconoscimento fotografico degli aggressori fornito dalle ragazze violentate.
Alle due studentesse sembrava un viaggio interminabile quello verso casa. Tra pianti e richieste di aiuto, senza, però, che qualcuno intervenisse, hanno accolto come una liberazione la fermata al capolinea di Vigentino. E, invece, il peggio doveva ancora arrivare. Una volta scese dal 24 sono stare accerchiate. Spaventate a morte, non riuscivano a trovare un varco per andare via, per scappare. Fino a quando una delle due studentesse è stata costretta, contro la sua volontà, a baciare un aggressore sulla bocca, mentre gli altri continuavano a palparle entrambe, cercando di convincerle a fare un selfie per immortalare l’azione violenta. Per poi, magari, vantarsene in quartiere. Le due ragazze hanno trovato la forza di recarsi poco dopo dai Carabinieri di Vigentino per raccontare e per sporgere denuncia, stupisce, invece, che, ancora una volta, un fatto così eclatante si sia svolto in pieno giorno, su un mezzo pubblico e nei pressi del capolinea, in presenza, dunque, di passeggeri e di passanti che non hanno mosso un dito per mettere fine alle molestie e all’aggressione. Abbiamo tutti paura? Siamo diventati indifferenti, oramai assuefatti?. In realtà la spiegazione di questo comportamento, ricorrente nelle cronache, è più complessa di quanto si immagini. Si chiama, in gergo tecnico “effetto freezer”. Michele Rizzo, ex Carabiniere del nucleo operativo di Milano, ora titolare di un’agenzia che si occupa di investigazioni e di sicurezza, relatore in numerosi corsi rivolti alla difesa personale delle donne, spiega a Libero che cosa blocchi chi assiste a una aggressione. “La maggior parte delle persone, diciamo, per bene e integrate, non ha più l’abitudine diretta o indiretta ad avere a che fare con il mondo tossico del confronto fisico violento sulla strada”, dice Rizzo. E aggiunge “Quindi gli spettatori non sono più in grado, a livello di esperienza di riconoscere e di gestire l’adrenalina e gli altri ormoni dello stress, finendo per bloccarsi in quello che in letteratura si chiama, appunto, effetto freezer”. Gli psicologi parlano anche di rimozione inconscia del concetto di violenza che, illusoriamente, non dovrebbe appartenere alla società moderna. E invece, capita il contrario: violenza ce n’è fin troppa visto che quella di cui raccontiamo in questo articolo si aggiunge a un conto che è quasi impossibile tenere: nel solo mese di agosto a Milano sono state denunciate almeno 24 violenze sessuali, di cui una decina aggravate, compreso lo stupro di una ragazza di 16 anni, violentata in mezzo alla strada, vicino a piazza Castello, su cui sono ancora in corso le indagini. C’è da augurarsi che i due adolescenti arrestati ieri dai Carabinieri siano stati fermati in tempo. Che non vadano a rimpolpare le fila sempre più nutrite di maschi che pensano di poter fare ciò che vogliono con le donne. Con le buone o con le cattive.
Marco Gregoretti