QUESTURA DI FIRENZE
SQUADRA MOBILE
N.500/2001 Sq.Mob. Firenze, 3 dicembre 2001
OGGETTO: Mandanti dei duplici omicidi attribuibili al cosiddetto Mostro di Firenze.
Nota riepilogativa relativa ad un consuntivo delle indagini sui vari filoni, nonché attuale stato delle stesse.
ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI F I R E N Z E
( c.a. Dott. Paolo Canessa – Sost. )
I mandanti c’erano e ordinavano di uccidere le coppiette. Non è finita. E chissà se mai finirà. Il male accompagna il lato oscuro dell’umanità. E la chiave per capire la controversa ed eterna vicenda del cosiddetto mostro di Firenze è proprio questa: il potere del male. Hanno usato ogni arma per delegittimare la pista dei cosiddetti mandanti. Dai procedimenti farsa nei confronti degli investigatori, al tentativo di ridicolizzare l’ipotesi che collocava sopra ai tre compagni di merende (Lotti, Pacciani e Vanni), almeno altri due livelli. I cosiddetti mandanti, appunto. Non è una invenzione giornalistica. E neanche una suggestione romanzata.
L’elenco esiste davvero e, come sempre, è nascosto, tenuto sotto pile di carte, tra le pieghe degli atti. Avere in mano quei fogli fa sobbalzare sulla sedia. La realtà supera come sempre la fantasia. Perché non si tratta di quattro gatti, ma di una lista di oltre 200 persone, tra cui compare il nome di Francesco Narducci, il medico presumibilmente ucciso l’8 ottobre 1985 all’Isola Polvese, sul Lago Trasimeno e sulla cui morte si è sviluppato un mistero reso fumoso dalle solite tecniche di depistaggio.
Ma l’esame autoptico realizzato dopo la riesumazione della salma non lasciò dubbi. La perizia stabilì, infatti, che il giovane medico perugino fu avvelenato e strangolato. Quello di Narducci è soltanto uno dei nomi contenuti dal lungo elenco. E non è l’unica sorpresa. C’è di peggio. Di molto peggio
(MG)