“Commissario, io sono #innocente. Anarchia non vuol dire #bombe, ma uguaglianza nella #libertà”. Giuseppe Pinelli, 15 dicembre 1969/ 15 dicembre 2021.
In uno scantinato del Tribunale di Torino sono state imboscate le audio cassette con cui le nasciture Brigate Rosse realizzarono, tra gli anarchici milanesi della Ghisolfa, un’inchiesta di contro informazione sulla strage milanese di Piazza Fontana, alla Banca nazionale dell’agricoltura (12 dicembre 1969, 17 morti e 88 feriti). E su che cosa successe quel giorno in Questura, a Milano, durante l’interrogatorio all’anarchico Giuseppe Pinelli. Chi, il 15 dicembre 1969, lo spinse giù dalla finestra? Perché? O è vero che decise di togliersi la vita? A quella morte è legato anche l’omicidio del Commissario Luigi Calabresi, il 17 maggio 1972, i cui colpevoli sono stati condannati in via definitiva nel gennaio 1997.
Uno dei capi delle BR parlò a lungo con un deputato del Movimento Sociale, poi Alleanza nazionale, di quelle cassette su cui sono incise verità mai palesate, tuttora sconosciute al pubblico. Arrivai a un passo dall’ascoltare stralci della audio inchiesta. Purtroppo l’ex onorevole missino, che mi stava conducendo a quella documentazione, nel 2010 fu ammazzato sotto casa da alcuni killer armati di mazze da baseball. Il contenuto, che si trova in piccola parte, per ciò che riguarda gli esecutori materiali, anche nelle pagine scritte dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, nota come Commissione stragi, il deputato assassinato, me lo riassunse per sommi capi. E se fosse confermato sarebbe davvero clamoroso e smentirebbe decenni di giudizi e di pregiudizi. Non ho ancora deciso se raccontare quel che so perché vorrei riuscire ad approfondire, sebbene mi renda conto che sia un terreno ostico e, forse, anche ostile. Pongo solo una domanda: come mai le Brigare Rosse decisero di non pubblicare il risultato della loro contro inchiesta?